La rete degli educatori nell'adolescenza

L’adolescenza è un momento di grandi cambiamenti nella vita dei ragazzi.  Questo periodo della vita è tanto intenso quanto fragile allo stesso tempo. Come per un bruco che diventa farfalla, negli anni dell’adolescenza i ragazzi lasciano la corazza del vecchio individuo per vestirne un’altra nuova, la cui natura è certamente frutto delle pregresse esperienze vissute durante l’infanzia ma è anche fortemente influenzata dalle esperienze praticate nel quotidiano del momento.

I ragazzi e le ragazze vogliono partecipare alla gestione delle comunità in cui vivono ed hanno bisogno di confrontarsi personalmente con gli adulti, ai quali chiedono fiducia e autonomia nelle scelte.

I ragazzi hanno voglia di condividere qualcosa di sé e lo fanno attraverso il web perché è più facile.

I social network (come FB, Instagram, Snapchat, ed altri) permettono ai ragazzi di crearsi identità alternative che non li fanno esporre fisicamente ed in prima persona, anche se ciò è vero solo in parte,  visti i rischi che ormai i media stessi denunciano quasi quotidianamente. Così si sentono più liberi di esprimersi, vestendo maschere che non sempre li rappresentano per ciò che sono.

Tuttavia, volendo considerare solo gli aspetti “positivi” dei social network, potremmo dire che i ragazzi cercano sul web tutto ciò che non trovano o non possono più fare all’aperto, vuoi per la scarsezza di spazi di aggregazione che per la scarsezza di proposte.

Se è vero che non vi è educazione se non attraverso il dialogo e la comunicazione interpersonale tra generazioni, ai fini dell’intervento educativo, occorre saper e poter superare un ostacolo classico nel rapporto fra adulti e adolescenti. Da un lato, la presunzione dell’adulto di essere depositario di verità da trasmettere senza confronto e, dall’altro, l’indifferenza dei giovani e il loro isolamento in un mondo alternativo, rischiano di compromettere in modo irreparabile i presupposti stessi del processo educativo. L’arte del dialogo, l’ascolto attivo ed empatico, la considerazione dei diversi punti di vista, la gestione del conflitto, possono essere temi centrali di un percorso educativo costruttivo.

I genitori, nel descrivere le nuove interazioni con i figli adolescenti, riferiscono di tipicità ascrivibili a una percezione stereotipata della fase adolescenziale. Il luogo comune dell’adolescente ribelle è classico in questo senso.I genitori, da soli, per tanti motivi, non sono più in grado di sostenere (forse anche capire?) il ritmo di questi cambiamenti che investono i propri figli. Ecco così che un intervento educativo che si basi su una diversità sufficientemente ampia di modelli e figure di riferimento, efficace ed appropriato, non soltanto è utile ma soprattutto è necessario.

Questi modelli e queste figure di riferimento possono (debbono?) costituire una vera e propria rete educativa per l’adolescente, un network alternativo all’interno del quale l’adolescente non necessariamente deve avere delle risposte alla sua “condizione” o alle sue domande, ma di sicuro deve trovare un ventaglio di valori a cui poter decidere di riferirsi.

Una rete valoriale di questo tipo dipende molto dalle risorse umane, dalle strutture e dai servizi presenti in un territorio e comporta un lavoro virtuoso e coordinato tra i vari contesti educativi che consentano ai giovani di essere protagonisti e non semplici destinatari o fruitori di un servizio.

Mettere insieme, sinergicamente, le diverse realtà con responsabilità educative e sociali è una sfida educativa che va molto al di là del semplice coordinamento delle agenzie educative che conosciamo (scuola, parrocchia, sport, ecc.). 

La priorità è costruire un progetto educativo che faciliti l'incontro e la condivisione in luoghi dove vi sia spazio per la creatività e per una sana progettualità giovanile.

Una rete educativa dovrebbe poter raggiungere almeno tre obiettivi strategici:

  1. Consentire la socializzazione, attraverso iniziative che permettano di condividere riflessioni, idee, verifiche su contenuti educativi basati su un “progetto”, includendo e coinvolgendo anche le persone più fragili.
  2. Valorizzare i talenti e le potenzialità stesse dei ragazzi, attraverso il fare. Mettere in campo strumenti, risorse e servizi, a supporto dei ragazzi, delle famiglie e degli altri soggetti che compongono il network educativo.
  3. Aiutare gli adulti ad affrontare questo momento di cambiamento, offrendo anche a loro un itinerario di formazione sul versante della relazione educativa con i giovani. 

Passare cioé dalla “in-comprensione” alla “pre-comprensione”, spostando il proprio punto di vista per avvicinarsi a quello dell’adolescente, evitando quindi il pericolo di minimizzare o enfatizzare fenomeni, problemi, rischi, devianze, disagi… e perdere, in tal modo, il contatto con la realtà.

Creare un network fra educatori, che superi le specifiche esigenze delle singole agenzie educative e che lavori con spirito di collaborazione, non è un mero esercizio dialettico ma invece dovrebbe essere un obiettivo da perseguere con alta priorità. Occorre capire che nella scuola, così come negli scout o nelle parrocchie o nelle società sportive ruotano ragazzi che rappresentano il futuro delle nostre città. Oltre la preparazione scolastica, lo sviluppo culturale o la pratica sportiva, c’è la crescita di una persona in quanto incarnazione di valori condivisi e costituenti la società stessa. Individuare le sfide valoriali, identificare un progetto comune e valorizzare il network educativo che ruota attorno gli adolescenti di oggi equivale a recuperare un senso civico che proietta, nel piccolo come nel grande, ad un futuro pieno di speranza e rinata fiducia nella società.

 

 

 

 

Fonti:

  • Vincenzo Lumia – Proposta Educativa AGESCI
  • Maria Volpe. Autore Inside Marketing

https://www.insidemarketing.it/adolescenti-internet-cosa-fanno-rete/

-        Matteo Brignoli. Account Manager in We Are Social

-        Massimiliano Stramaglia: "Gli adolescenti e la grande rete. Opportunità e livelli di comunicazione

-        http://www.adolescienza.it/osservatorio

-        Baden-Powell. Guida da te la tua canoa

-        Regolamento metodologico AGESCI

-        R/S Servire. Documento sulla coeducazione